Patto di retention e dimissioni volontarie

Buongiorno a tutti,

vi scrivo perchè mi trovo in una situazione un po' particolare per cui un parere esperto potrebbe aiutarmi a vivere la situazione un po' più serenamente.

Lavoro attualmente in Italia per un'azienda di cui non farò il nome. L'anno scorso avevo ricevuto una buona proposta di lavoro per cui avevo deciso di dare le dimissioni ma mi è sttato proposto un patto di retention. In pratica, per farla beve, il patto contempla un importo una tantum e diversi scaglioni di aumento RAL nell'arco di 3 anni (non ho ancora ricevuto alcun aumento in RAL, solo la una tantum).

Adesso sono parecchie settimane che non sono soddisfatto del lavoro in azienda, che le promesse fatte in fase di accordo di retention non si sono realizzate e anche i progetti per cui avevo deciso di rimanere, che erano di mio interessa, non sono andati avanti, e in concomitanza ho avuto la possibilità di negoziare con una grande azienda internazionale con sede in Giappone che ha tutte le intenzioni di assumermi.

A questo punto la mia domanda è: la penale che dovrei pagare in caso di dimissioni volontarie, che non è specificata nel patto di retention, sarà pari alla una tantum che ho ottenuto in sede di firma del patto stesso oppure essa sarà proporzionale alla durata rimanente? Sono trascorsi 8 mesi e il patto di stabilità ha una durata complessiva di 36 mesi.

Inoltre, visto che la una tantum io l'ho percepita tassata (al 50% circa) come funziona nel caso in cui dovessi restituire l'intero importo? So bene che all'azienda devo restituire l'importo lordo ma la mia perdita verrà poi sanata dalla dichiarazione dei redditi del prossimo anno?

Grazie in anticipo per le delucidazioni.