Carriera da informatico, cuore da elettronico, come avete risolto?

Post più adatto qua che su ItaliaCareerAdvice dato che si parla sia di carriera che di vita privata.

Sto orientando la mia carriera sempre più in ambito informatico, specialmente sistemistico, e con molta probabilità tra qualche mese inizierò a lavorare come sistemista/networkista in azienda dopo un corso professionalizzante con assunzione diretta, nel mentre sto studiando informatica (non ingegneria informatica, informatica pura, L-31) in Sapienza in teledidattica, proprio per permettermi di lavorare nel mentre.

Il sistemista è il lavoro dei miei sogni, lavoro turnistico, gestisci le reti aziendali, risolvi i problemi informatici dei colleghi, è un lavoro che farei più che volentieri per i prossimi 15/20 anni con tutti i suoi pro e contro.

Tuttavia ho sempre nutrito anche la passione per l'elettronica, quindi sviluppo embedded, FPGA, VHDL eccetera, fantasizzando più volte di prendermi una magistrale in elettronica o automatica, con tutte le integrazioni del caso.

Come chi studia informatica pura ben sa infatti, spesso scendiamo nella teoria e nella logica del pensiero computazionale e della programmazione, toccando argomenti anche molto astratti che possono risultare un po' stucchevoli a chi vuole "smanacciare" e mettere mano direttamente all'hardware, quindi vedere le lucine sulla breadboard che si illuminano, saldare componenti ecc.

Per chi ha sentito questa "scissione" tra l'hardware e il software studiando informatica, come avete risolto? Vi siete specializzati in embedded? Avete "corretto" con una magistrale ingegneristica? Vi siete costruiti un laboratorio elettronico in casa con tanto di Arduino, multimetro e oscilloscopio? Fatemi sapere, grazie!!

P.S, prima che mi chiediate "perché non passi a ingegneria informatica?", perché online in Sapienza non c'è, a info mi trovo comunque bene e mi rifiuto di studiarla all'Unicusano o in chissà quale telematica, c'è online al Polimi ma vivo a Roma.